Cos’è il tasso di conversione ecommerce
Il tasso di conversione ecommerce è uno dei parametri che spesso minano un progetto tutto sommato decente.
Questo perché non è per nulla scontato che le persone, in questo caso specifico i titolari di siti web, mettano volentieri in discussione il loro lavoro.
Una volta che il sito è pronto, bello ed efficiente, difficilmente qualcuno lo metterà in dubbio a meno che non si affidino a consulenti.
Quanto è importante in tasso di conversione?
Essenziale… specie se il traffico sul sito arriva da poche fonti.
Il concetto che sta dietro alla messa in discussione del tasso di conversione è che, ottimizzandolo, si riesce a guadagnare di più mantenendo fermi i costi.
Che poi, se vogliamo, alzare i ricavi contenendo i costi è a dir poco essenziale quindi proprio non mi spiego come possa essere così spesso non considerato.

tasso di conversione
Valutazione del tasso di conversione ecommerce
In estrema sintesi, il tasso di conversione dell’ecommerce è un parametro numerico che mostra quante vendite vengono effettuate in funziona delle visite.
Quante vendite effettuerò su 100 visitatori?
Il calcolo avviene in questa maniera:
Tasso di conversione = (Vendite / visitatori )*100
Facciamo un esempio:
Facciamo finta che in un mese il sito viene acceduto da 1000 visitatori e totalizza 5 vendite
(5/1000)*100 = 0,5%
Questo dato è tanto più affidabile quanto è maggiore il numero di visitatori e lungo il periodo.
La potenza di questo dato (0,5%) è gigantesca perché ci permette di sapere quante vendite aspettarci in funzione delle connessioni al sito.
Quindi se facciamo una campagna di adv, grazie al tasso di conversione ecommerce sappiamo già, grossomodo, se sarà sostenibile o avrà un ROI negativo.
Il ROI è il ritorno dell’investimento, parametro molto importante.
Facciamo un altro esempio per capire il discorso della campagna di ADV:
Ipotizziamo di voler fare un’ ADV da 1000 euro ed ipotizziamo che il costo per click sia 0,15 euro… avremo circa 6500 click, ovvero persone che entrano sul sito.
A questo punto è un gioco da ragazzi: 6500*0.5% = oltre 30 vendite.
Sapendo anche qual’è il carrello medio (facciamo finta 80 euro) e qual’è il ricarico (facciamo finta il 30%)…
30*80 = 2400 euro
2400*30% = 720 euro.
Quindi avete speso 1000 euro e ne sono tornati indietro 720 a cui vanno ancora tolte spese nascoste (leggi QUI), tasse, ed altro.
Insomma non vi conviene, ovviamente.
Però non c’è da arrendersi se i conti dati alla mano sono nefasti (ROI negativo)… perché si può aggirare il problema.
Come? Appunto aumentando il protagonista di questo articolo: il tasso di conversione ecommerce.
E’ intuitivo notare che se dallo 0,5% si passa a 1% i conti cambiano in maniera radicale.
Tutto questo per spiegare in maniera convincente quanto sia vitale per qualunque negozio online curare in maniera maniacale il tasso di conversione.

coefficiente di conversione
Perché procedere a questa ottimizzazione?
Molto banalmente… per guadagnare di più a parità di spesa/sforzo.
Ma in generale per tutta una serie di ragioni:
- Guadagnare di più.
- Rendere le spese sostenibili.
- Un tasso di conversione alto è indice di un business duraturo nel tempo.
- Si è meno esposti agli exploit della concorrenza.
- Le persone comprano sul sito, quindi percepiscono le condizioni ideali per affidarsi allo stesso (semplicità, autorevolezza, sicurezza, ecc).
Per questi e mille altri motivi, in un ecommerce il tasso di conversione non deve mai essere trascurato.
Guadagnare di più non è indice di ingordigia, è solo ed esclusivamente una necessità che tutte le aziende, nessuna esclusa, hanno.
E’ una responsabilità oggettiva di ogni amministratore, qualunque siano le dimensioni dell’azienda.
Come migliorare i tasso di conversione ecommerce
Non c’è un modo “standard” per riuscire a portare a termine questo tipo di ottimizzazione.
E’ un buon modo di procedere quello che prevede la valutazione del sito specifico.
Bisogna rispondere alla domanda “cosa può fare in modo che le persone siano più propense ad arrivare al carrello?”.
Perché poi una volta arrivate li, dando per scontato che il processo di vendita non abbia criticità, sta al navigatore confermare o meno la sua intenzione di acquistare.

tasso di conversione ecommerce
Ma prima di questo suo intimo momento di scelta libera, noi dobbiamo fare in modo che:
- Abbia accesso a tutte le informazioni necessarie alla valutazione.
- Abbia a disposizione una piacevole navigazione.
- Abbia ben chiara la procedura di acquisto.
- Venga rassicurato sulla sicurezza globale del sito… pagamenti, privacy, veridicità di quanto presentato, serietà dell’azienda, ecc.
Questo e molto altro contribuiscono ad ottenere un alto tasso di conversione.
Per questo va fatta una valutazione ad hoc sul sito, non c’è un metodo sempre efficace per ottenere questi importante risultato.
Dipende, oltre che dal sito, anche dal target di persone che lo frequentano.
Se il sito è frequentato da persone che non è detto abbiano esperienze standard di navigazione, bisogna tenerne conto.
Mentre un pubblico più abituato ad internet, siti web e pagamenti online può essere irritato da spiegoni continui, pulsanti grotteschi, ecc.
Quindi ottimizzare il tasso di conversione ecommerce tutto è tranne che semplice ed intuitivo.
La sostenibilità ha un prezzo
Pur non essendo la realizzazione di questa ottimizzazione una passeggiata, va comunque affrontata perché necessaria alla sostenibilità del business.
Non si parla quindi solo di guadagno… aumentare il coefficiente di conversione non vuol dire solo guadagnare di più.
E’ un approccio più alto rispetto al guadagno puro e crudo.
Non che il guadagno non sia importante, anzi…
Ma qui si parla di porre le basi per un’attività che può reggere botta davanti ad ogni condizione.
Il traffico sul sito non è illimitato ed è difficile da ottenere, quindi sfruttarlo al massimo è vitale.
Se non lo sfruttiamo stiamo azzoppando da soli la nostra attività.
Ed inoltre ci precludiamo o quasi le ADV perché come abbiamo visto poco fa, se il tasso di conversione non è elevato raramente potremo imbastire una pubblicità sostenibile.
E poter fare pubblicità è essenziale, alcune volte vitale.
E’ vitale in caso di momenti critici, imprevedibili, indesiderati… facciamo un esempio.
Facciamo finta che il vostro ecommerce vive grazie al traffico che arriva da Google.
Se domani Google modifica un poco l’algoritmo e vi penalizza?
Da un giorno all’altro invece delle solite 200 persone al giorno ne arrivano 50… disastro.
E qui è vitale poter mettere su campagne sostenibili ma, attenzione, non potete farlo se il sito non converte decentemente!
E quindi siete spacciati.
Stessa cosa può accadere se il traffico vi arriva da Facebook, da un banner, ecc.
Quindi consiglio: è sempre importantissimo ma se il vostro traffico non è diversificato (più fonti) l’ottimizzazione del coefficiente di conversione è vitale!
Questo articolo può essere letto insieme a QUESTO per avere una visione ancora più ampia.
Nel caso voleste una mano per l’ottimizzazione del coefficiente di conversione, contattateci!